VOLEVO GIOCARE A CALCIO di Alessandro Tatti

VOLEVO GIOCARE A CALCIO
POESIA
di Alessandro Tatti

Per chi come me l’ha conosciuto calciatore, c’è anche la poesia perfetta: “Mi chiamano bomber”. Eh sì, chi lo è stato se lo porta dietro per sempre quel soprannome. Un’etichetta, un marchio. Quando Alessandro giocava era il bomber. Adesso tra ragazzi si chiamano così in tanti, anche se non hanno mai giocato a pallone e fatto un gol. Ma che ne sanno i duemila… C’è qualche altro riferimento calcistico, in questo libro. C’è il Casale e c’è il Toro e ci sono alcuni personaggi che ho conosciuto, e io mi sono piantato lì. Incuriosito, anche un po’ nostalgico. Ma non è giusto, ho sbagliato. In questo secondo libro c’è molto altro di Alessandro Tatti, e bisogna leggere con attenzione tra le righe, conoscendolo bene, il messaggio che ci vuole mandare. Il calcio c’entra ben poco. Il calcio è la mia passione diventata lavoro, per Alessandro Tatti è stata una (bella) parentesi professionale. La sua vita è stata molto altro, e questo secondo libro racconta soprattutto il resto. In prosa o scritto come un semplice pensiero, buttato giù dopo che gli è frullato in testa chissà quante volte. Le donne, l’amore. Gli amici, i traditori. Le delusioni. L’elogio della fantasia, la solitudine e tanto altro.

Dalla prefazione di Nicola Binda