UNA MORTE GRATUITA di Renzo Lambertini

UNA MORTE GRATUITA
di Renzo Lambertini

Aveva già risolto tre casi, Domenico Grandi, di professione gallerista, in cui era stato tratto a forza da coinvolgimenti personali di varia natura tali da determinare addirittura la fine di quella sua vita di scapolo a lungo relegata nell’ingannevole limbo delle evenienze impossibili. Ora avrebbe desiderato soltanto percorrere in pace quella manciata di anni in cui, pur non essendo più giovani, non si è ancora alle prese con il terreno scivoloso dell’anzianità, e infatti a un certo punto lo dice a un interlocutore con malcelato rammarico - “(…) quello che sto facendo ti può sembrare incomprensibile, lo capisco, e aggiungo che piace pochissimo anche a me. Ma voglio chiarire l’unico motivo per cui lo faccio, in questo mi puoi credere. Io non sto giocando a fare il Poirot, a me interessano l’arte, la pesca, la letteratura, sto bene con mia moglie e i miei amici e spero solo di avere ancora salute per qualche anno (…)”-, ma di nuovo, prima con fare sornione poi con insistenza sempre maggiore fin quasi alla brutalità, la sorte lo chiama a una sfida legata alla scomparsa e alla morte di una signora-bene dalla fama tutt’altro che lusinghiera ma con una personalità e un vissuto più complessi e intriganti, ove tra l’altro finisce coinvolta una cara amica che, perlomeno in quanto tale e fino a prova contraria, egli ritiene estranea al delitto. Come da ormai noto copione, si tratta allora di mettere insieme con pazienza e metodo un pugno di tessere di mosaico filiformi, ambigue e, nella trama di origine, assai lontane l’una dall’altra. Così Domenico Grandi, persona mite e discreta ma che per carattere non accetta di abbandonare a metà percorso, alla fine si arrende senza condizioni al suo daimon, al quale sulle prime si può tentare di sottrarsi per poi inevitabilmente soccombere. E anche nella quarta indagine si dimostra un detective ispirato, sagace, fortunato solo quel minimo che occorre, e al contempo - piace aggiungerlo in chiusura - una figura di uomo sorretta da un imprescindibile credo morale.