IL DOMATORE DELLE ONDE di Pino Cannatà

IL DOMATORE DELLE ONDE
UNA VITA TRA ARTE E MARE
di Pino Cannatà

È l’autobiografia di un artista raccontata per episodi. Inizia nella Messina dei quartieri popolari e malfamati di sessant’anni fa, con godibili spaccati sociali ormai rintracciabili solo nel neorealismo cinematografico, e poi si snoda per i Paesi di mezzo mondo passando per i più diversi ambienti sociali, navigando, dipingendo, esponendo e conoscendo momenti di grande successo personale e professionale e momenti di depressione profonda e dolorosa. Nella sua autobiografia Cannatà racconta una vita vissuta all’insegna dell’originalità, non di maniera ma di carattere personale, affrontata con il coraggio, l’intraprendenza e qualche volta la sfrontatezza di chi crede in se stesso e sfida la propria timidezza fino a sentirsi dare del presuntuoso perché rifugge da quella cosiddetta virtù chiamata modestia, spesso solo un escamotage per ottenere lodi. Il pittore-navigatore Cannatà lo sa ma il compromesso non è nelle sue corde e il lettore se ne accorge pagina dopo pagina. La vita gli ha mostrato che è giusto così, anche se tutto si paga. E il pittore-navigatore ha pagato, e qualche volta a caro prezzo, ma non rinunciando mai al suo infinito amore per il Mare - con il quale intrattiene un continuo dialogo, esistenziale e artistico - per la sua Arte e per la Libertà. Gli episodi che hanno scandito la sua esistenza, e che vengono raccontati in ordine temporale, mostrano un bambino, un ragazzo, un uomo dalle più diverse sfaccettature, al punto che la commozione e il riso si alternano nella lettura delle sue storie di vita le quali, nel susseguirsi, formano una teoria di cornici entro le quali ogni racconto è un quadro e quasi in ogni quadro prevale, o è presente sullo sfondo, il mare: l’elemento che ha dato il segno veramente distintivo alla sua arte. Nel primo quadro di vita Cannatà si sofferma su un ricordo della sua primissima infanzia: il costume da torero cucitogli dall’amatissima giovane mamma nel primo carnevale della sua vita e immortalato in una foto divenuta una sorta di icona familiare tanto che un giorno di molti anni dopo lo spingerà a prendere lezioni di tauromachia con la folle idea di trasformare la truculenta corrida in una creazione artistica animata non dal sangue ma dai suoi colori, in una pacifica, quanto utopistica, amichevole complicità col toro. Spettacolo che vorrà offrire a sua madre come tangibile omaggio per quell’antico costumino da torero e come grande prova d’amore. La reazione esterrefatta e realistica della signora Mimma è una delle pagine più divertenti del libro ed anche qui, in fondo, torna ad apparire il mare o, forse più significativamente, il Mare con la maiuscola, quello del grande successo artistico di “viaggio nel blu”, un’esperienza unica e fantastica ripresa dai quotidiani e dalla Rai e che ha visto molte sue opere finire nei salotti dell’alta borghesia e tutti i suoi lavori andare a ruba nei porti in cui faceva tappa. È, questa, una biografia in cui l’artista si fa conoscere anche per le sue specificità umane, comprese quelle che oggi molti nascondono perché “non più alla moda”, e tra una pennellata e un’onda, pagina dopo pagina, scorre una vita in cui le avventure si inseguono, ma tutte sono in qualche modo corollario dell’elemento principe della vita artistica di Cannatà: quel Mare con cui il pittore ha dialogato per tutta la vita e a cui sogna di affidarsi quando, non sappiamo tra quante altre avventure, umane e artistiche, si concluderà il suo viaggio sulla terra.