Ruocco Gerardo

Ruocco Gerardo

Marina di Camerota è un paesino del basso Cilento, sdraiato in riva al mar Tirreno, fra la baia di Palinuro e il Golfo di Policastro, dove sono nato tanti anni fa. Con orgoglio dai suoi abitanti e un po’ d’invidia dai paesi vicini è chiamato “‘U paese du sole”. A quei tempi e ancora adesso è, in realtà, un paese di persone adulte, avanzate negli anni. I giovani emigravano e lo fanno ancora per perseguire i propri sogni. Ho passato una infanzia pressoché felice pur dentro le limitazioni, molto pronunciate, dell’immediato dopoguerra. Mio padre, Carmelo, partì nel 1939 per la guerra, lasciando Rachele e tre figli, di 4, 3 e 2 anni, e tornò a casa nel 1945, dopo 3 anni all’Isola di Creta, nello stesso campamento coi nostri alleati tedeschi, ed altri 3 in un campo di lavoro ad Amburgo, dove fu trasferito dai nemici tedeschi. Ai vent’anni, dopo cinque anni in seminario, prima a Policastro e poi a Salerno, mi resi conto che a Marina non avrei potuto fare molto e decisi di emigrare perseguendo due sogni: l’amore e lo studio. Così, nel 1969, l’anno prima avevo finito il servizio militare obbligatorio, cercato volontariamente, il giorno dell’inizio della primavera, atterrai nell’aeroporto internazionale di Maiquetia, nel lontano Venezuela. Primi tempi difficili. Non conoscevo lo spagnolo e loro non capivano l’italiano. Poi l’adattamento si fece strada allo stesso tempo che l’amore svaniva e lo studio prendeva forme sempre più chiare e definite. Cominciava la mia nuova vita. L’Università, il lavoro, la famiglia, tutto procedeva bene. Sentivo andare per il buon cammino. Vent’anni dopo, mi sono trasferito all’Isola di Margarita, sempre in Venezuela però nel mar dei Caraibi, dove ho trascorso gli ultimi trent’anni, prima del ritorno in Italia, tra un paio di crisi personali, un buon lavoro e l’attività più importante che ho realizzato. Nell’Isola, insieme ad altri volontari, nell’anno 1996, fondammo la “Casa Hogar Maria Goretti”. Organizzazione non governativa senza fini di lucro, con la chiara missione di prestare attenzione integrale, tanto da convertirsi nella loro casa, a bambini in situazione di rischio o soggetti di maltratti da parte delle proprie famiglie, disfunzionali o in stato di povertà estrema o da altre persone vicine alle famiglie. Funziona ancora oggi, anche senza di me. Nel 2016, per motivi di salute, ho deciso di tornare in Italia, al mio paese di origine. La mia vecchia, sempre più sola e sempre più cara, Marina di Camerota, mi ha provocato un impatto tale che ha messo in discussione tutta la mia vita anteriore. I paesaggi, i posti, i ragazzi della mia età, ormai vecchi come me, i ricordi e le storie vissute formano il quadro attuale della mia vita che ha trovato uno sfogo insperato e produttivo di certa scrittura che sfocia da me come un fiume in piena che travolge e sconvolge tutto l’intorno, provocando un caos convulsivo che non lascia niente in piedi.

Ha pubblicato con Susil Edizioni: